Sui marciapiedi delle grandi città è ormai frequente imbattersi in cataste di oggetti
abbandonati, in attesa di essere ritirati e smaltiti. Spesso si trovano mobili che hanno
caratterizzato con la loro forma e funzione gli ambienti del quotidiano. Queste
presenze si mescolano con il freddo scorrere della metropoli, restituendo a chi le
osserva la sensazione di vedere qualcosa fuori dal suo contesto.
Cosa accade agli oggetti che strutturano la nostra quotidianità domestica una volta
che li abbandoniamo per strada?
Che senso hanno, una volta spostati dal loro ambiente-casa? E che senso danno, al
contesto urbano in cui si trovano, all'esterno? In che modo parlano di casa nostra?


Come cambia il concetto di “casa” con l’avvento della tecnologia e degli spazi virtuali?

PROMPT: “Crea una cucina accogliente”.

In dialogo tra AI e fotografia, abbiamo chiesto all'intelligenza artificiale prima di proporre alcune domande per riflettere sul concetto di casa, di familiarità e comfort abitativo, e successivamente tramite funzioni generative di immagini di ricreare ambienti con queste caratteristiche di familiarità, reintegrando e ridando una casa ipotetica agli oggetti che abbiamo trovato per strada, alla fine della loro funzione. Nasce così un luogo ipotetico, un esperimento visivo per riflettere sul valore degli oggetti che scegliamo per accompagnare il quotidiano.

Progetto realizzato da Giulia Crispiatico, Rwan Ibrahim e Camilla Zali. 2024.